martes, 29 de julio de 2014

Código ético sobre afectividad y sexualidad en personas con diversidad funcional

El desarrollo íntegro de las personas conlleva el aceptar al ser humano como ser sexuado, y por lo tanto la sexualidad debe considerarse como una parte importante del desarrollo psicoevolutivo, psicosocial, psicoafectivo de todas las personas, con o sin diversidad funcional de cualquier tipo. Por eso, hemos creído importante la creación de éstas normas éticas, las cuales pueden ser una herramienta útil para al cumplimiento de dichas premisas para todas y cada una de las personas, servicios, organizaciones, instituciones, las personas con diversidad funcional, sus familiares, profesionales de los diversos ámbitos de actuación, investigadores, asociaciones de personas con diversidad funcional que integran este entramado social.

  Código ético Sex Asistent-ANSSYD 

El desarrollo del código viene apoyado por la Convención sobre los Derechos de las Personas con Discapacidad (ONU, 2006), en donde se consagra el cambio del enfoque de las políticas sobre discapacidad, quitando importancia definitivamente a la perspectiva asistencial, para abordar otro modelo basado en los derechos humanos, pasando así a considerar a las personas con diversidad funcional como sujetos titulares de derechos y no como objetos sólo de tratamiento y protección social, y establece como principios generales el respeto a la dignidad. La Convención... obliga a los estados partes a respetar y asegurar el cuidado de la salud sexual y reproductiva de las personas con discapacidad. Todas y cada una de las personas, servicios, organizaciones, instituciones que integran este entramado social son y están para contribuir, desde su papel, con su esfuerzo y sus recursos, a ese fin último. El desarrollo íntegro de las personas conlleva el aceptar al ser humano como ser sexuado, y por lo tanto la sexualidad debe considerarse como una parte importante del desarrollo psicoevolutivo y psicoafectivo de las personas que tengan o no una diversidad funcional, indefinida o transitoria. Una manera de cumplir esa misión es a través de la creación de códigos éticos. Es por ello que la Asociación Nacional de Salud Sexual y Discapacidad (ANSSYD) y Sex Asistent aúnan sus esfuerzos para elaborar este documento con el fin de crear una herramienta útil para todos los profesionales de los diversos ámbitos de actuación y asociaciones dedicadas a la atención de las personas con diversidad funcional, con el fin de que en la gestión de todos los aspectos de su trabajo profesional, actúen de acuerdo a lo marcado en principios éticos como: la autonomía personal, la independencia de cada ser humano, la integridad, competencia, confidencialidad, responsabilidad y respeto por los derechos humanos y civiles, proveyendo y promoviendo estándares de actuación acorde a las necesidades sexuales particulares de cada persona, la no discriminación, la igualdad entre hombres y mujeres, la participación e inclusión plenas y efectivas en la sociedad, la igualdad de oportunidades, el respeto por la diferencia y la aceptación de las personas con cualquier diversidad funcional como manifestación de la diversidad y la condición humana. Por supuesto este Código lo vemos como un documento abierto y dinámico, donde su permanente revisión ha de venir de la implicación y participación de todos los agentes, especialmente de las vivencias y experiencias de sus destinatarios finales: las propias personas con diversidad funcional.



lunes, 28 de julio de 2014

Cos'è Sex Asistent?

*Presentazione di Rafael Reoyo nelle conferenze “Miradas sobre la asistencia sexual” (Sguardi sull’asistenza sessuale) organizzate a Madrid il 24 maggio 2014 asieme a Sexorum e Sex Asistent Internacional. Tradotto dallo spagnolo da Milena Cocianni.

Se vogliamo che la sessualità delle persone con diversità funzionale smetta di essere un tema tabu relegato alla marginalità e, se in più funziona già in altri paesi, ¿perchè non funzionerà qui? In questo contesto è dove nasce, ed il motivo della nascita di Sex Asistent.

La nostra proposta ha a che fare con una sessualità piacevole, diversa, non normativizzata, che rispetti la diversità umana e la libertà individuale, in più che permetta la superazione di stimmi sessuali. I diritti sessuali sono diritti umani e la necessità di assistenza técnica e/o umana non dovrebbe essere un ostacolo per essercitarli.

Sex Asistent è una rete mondiale multidisciplinaria creata da Silvina Peirano nel 2012 a Barcellona. È un progetto teorico e accademico di ricerca e promozione della assistenza sessuale nata dagli spazzi di “Mitología de la Sexualidad Especial” e “Sex Assistent”. Attualmente abbiamo presenza in sette paesi: Spagna, Argentina, Venezuela, Colombia, Israel, Portugal e Francia.

Non siamo una associazione che gestisce un servizio di assistenza sessuale. Consideriamo che dovrebbe essere un servizio di autogestione e di autonomía laborale, per evitare il prossenetismo e la segregazione, senza cercare il controllo neanche la manipulazione della sessualità delle persone con diversità funzionale raggiungendo l’empowerment della propia sessualità.

Il progetto va oltre a solo il fatto che le persone con diversità funzionale possano mentenere relazioni sessuali di qualsiasi tipo. Sarebbe soltanto aneddotico se si fermasse lì. In questo senso Sex Asistent è un agente di cambio di trasformazione, di ribellione e di resistenza alla sottomissione del corpo, della diversità umana e della sessualità come dispositivo di controllo.

La nostra proposta ha a che fare con le pari oportunità, l’autonomia, la dignità, la libertà individuale, l’empowerment e l’orgoglio per la diversità. Siamo partecipi, asieme ad altri gruppi in una rivoluzione che va dalla radicalità reivindicativa per il rispetto, una dignità ed un orgoglio verso corpi che funzionano e sono steticamente diversi alla maggioranza statistica e contro l’omogeneizzazione corporale imposta, diventando così la diversità un valore che parte dalla sessualità.

Centra anche con una serie di diritti umani e sessuali sistemáticamente negati ad un settore della popolazione, e che serve per ricuperare gli stimmi sessuali associati alla condizione risultante del vincolo dis-abile/non-cittadino riservato alle persone con diversità funzionale.

In più, questo supone una via per la valorizzazione sociale della diversità funzionale in generale. Come cambio radicale, la considerazione delle persone con diversità funzionale come esseri capaci di avere una padronanza della sua sessualità, atraverso il riconoscimento delle diverse corporalità e l’identità sessuale di ogni persona, dal rispetto per la diversità umana e la libertà individuale.

Ha a che fare, anche, con le corporalità e la sessualità non egemonica. Questo è il grande aporte di questo progetto e le persone diversamente abili alla società in generale: la proposta di un modelo sociale di diversità inclusiva ed in “divertad”, cioè, in libertà e con dignità, nella quale nessuno sia escluso.


In fine, ha a che fare con la considerazione delle persone con diversità funzionale come esseri non solamente sessuati sennò come oggetto di desiderio perche la diversità rimarrà asimilata socialmente come qualcosa di naturale.

Secondo il bioètico Javier Romañach: “se si desidera costruire una società nella quale nessuno sia escluso. Se si desidera che la diversità funzionale non rapresenti uno svantaggio sociale ne un elemento di discriminazione, si deve cambiare da oggi la visione sulla diversità funzionale e la dignità nella quale questa si supporti".

Da Sex Asistent consideriamo che, fino a quel cambio di paradigma voluto, l’assistenza sessuale sarà necessaria.

Ce qu'est Sex Asistent

* Extrait de l'intervention de Rafael Reoyo durant les journées «Regards sur l'assistance sexuelle» qui ont eu lieu à Madrid le 24 mai 2014. Ces journées ont été organisées conjointement par Sexorum et Sex Asistent InternacionalQuelques éléments ont été ajoutés à la traduction afin de faciliter la compréhension des valeurs qui sous-tendent les objectifs posés. Traduction par Anne-Cécile Mouget.


Sex Asistent est un réseau mondial multidisciplinaire créé par Silvina Peirano en 2012 a Barcelone. C'est un projet théorico-académique international de recherche scientifique, de réflexion et de promotion de l'assistance sexuelle qui est né des espaces «Mythologie de la sexualité spéciale» et «Sex Asistent». Actuellement nous sommes présents dans sept pays: Espagne, Argentine, Venezuela, Colombie, Israël, Portugal et France. Notre mouvement s'inscrit dans la lignée du mouvement pour la vie autonome.

Le nom retenu a été celui qui pouvait être compris, sans traduction, dans le plus grand nombre de pays possibles. Même si la notion d'«assistance» peut-être discutée pour la langue française, ce nom fait consensus en français aussi.

Tout d'abord nous voulons que la sexualité des personnes avec diversité fonctionnelle cesse d'être un thème tabou, et de ce fait la cible de nombreuses représentations erronées et préjugés, un thème relégué à la marginalité. Une double marginalité, le handicap place les personnes en position de liminalité de la société, certains aspects de leur vie sont mieux acceptés que d'autres, le plus dénié reste la sexualité. Et alors que d'autres pays ont déjà réussi nous nous sommes demandés : pourquoi n'y arriverions nous pas ici aussi? Ce contexte est celui dans lequel, et pour lequel, est né Sex Asistent.

Nous voulons promouvoir, pour tous, l'expression d'une sexualité épanouissante, diverse et non normative. Une expression dans le respect de la diversité humaine et de la liberté individuelle, qui permette de dépasser les stigmatisations sexuelles. Toutes formes de stigmatisation sexuelles. Les droits sexuels sont des droits humains et la nécessité pour les personnes de recourir à des aides techniques et/ou humaines pour pouvoir réaliser leur sexualité ne peut être un obstacle à l'exercice de ces droits. Il en va de même du fait de devoir ou de souhaiter exprimer sa sexualité d'une manière qui ne corresponde pas aux scripts sexuels les plus courants statistiquement, ou les plus valorisés culturellement. L'idée que toutes les manières de faire, d'avancer vers un objectif, se valent, même si elles entraînent un coup économique ou énergétique variable, est la base même du concept de diversité fonctionnelle.

Nous ne sommes pas une association qui gère un service d'assistance sexuelle, ou de mise en relation avec des assistant(e)s sexuel(le)s, car nous considérons que le recours à ce service doit être géré par les personnes concernées et respecter l'autonomie, la libre détermination, tant des bénéficiaires que des personnes souhaitant exercer l'assistance sexuelle. Ce choix a été fait aussi afin d'éviter un quelconque proxénétisme, ou la ségrégation qui pourraient résulter d'un tel service, pour que personne ne contrôle ou ne manipule la sexualité des personnes avec diversité fonctionnelle et pour que ces dernières s'emparent elles-mêmes, s'approprient leur sexualité, dans une démarche d'empowerment.

Le projet va beaucoup plus loin que le fait de promouvoir les capacités des personnes avec diversité fonctionnelle en matière de sexualité, de soutenir qu'elles peuvent avoir des relations sexuelles, quelle que soit la manière, ordinaire ou plus personnelle, d'y parvenir. Il est nécessaire de dépasser ce niveau qui pourrait rester anecdotique. Dans ce sens, Sex Asistent est un agent de changement, de transformation, de rébellion et de résistance à la soumission du corps, de la diversité humaine et de la sexualité aux diktats culturels. Une soumission telle qu'elle peut devenir un dispositif de contrôle sur les personnes.

Nos voulons promouvoir l'égalité d'opportunités, l'empowerment, l'autonomie, la liberté individuelle, la dignité et la fierté pour le divers. Nous participons, avec d'autres collectifs, à une révolution d'une radicalité revendicative pour le respect, la dignité et la fierté de tous, y compris ceux dont le corps fonctionne et est esthétiquement différent de la majorité statistique en opposition à l'homogénéisation corporelle culturellement imposée. Nous voulons convertir la diversité en une valeur, au moins du point de vue de la sexualité.

Nous voulons aussi promouvoir le respect d'une série de droits humains et sexuels systématiquement nié à un secteur de la population, étiquetée «handicapée» d'une manière stigmatisante. Ces droits doivent servir à dépasser les stigmates sexuels associés à la condition résultant du liens dis-capacité / dis-citoyen auxquelles sont réduites les personnes avec diversité fonctionnelle.

Ceci suppose la valorisation sociale de la diversité fonctionnelle en général, et la considération des personnes avec diversité fonctionnelle comme des êtres sexués capables en reconnaissant les corporalités différentes et en respectant l'identité sexuelle de chaque personne (on parle bien ici d'identité sexuelle, non d'identité de genre, mais la lutte pour le respect de l'identité de genre est une lutte connexe). Ceci à partir du respect pour la diversité humaine et pour la liberté individuelle.

Nous voulons donc aussi promouvoir aussi l'idée de corporalités et de sexualités loin de la norme culturelle hégémonique. Et ceci est le grand apport de ce projet et des personnes avec diversité fonctionnelle à la société en général: la proposition d'un modèle social de diversité inclusive dans la diversité, c'est à dire, la liberté et avec dignité, un modèle dans lequel nous pouvons tous nous reconnaître.

Et enfin nous voulons promouvoir la reconnaissance des personnes avec diversité fonctionnelle comme des êtres non seulement sexués, capables de désir, de plaisir, de liberté de choix en la matière, mais aussi comme objets de désir. Alors la diversité pourra être assimilée socialement comme quelque chose de naturel.

Selon le bioéthicien Javier Romañach «Si nous voulons construire une société dans laquelle nous participons tous. Si nous voulons que la diversité fonctionnelle ne représente pas un désavantage social ni un élément de discrimination, nous devons aller changeant, à partir de maintenant, la vision que l'on a de la diversité fonctionnelle et de la dignité qui la sous-tend.»


A Sex Assistent nous considérons que, jusqu'à ce changement de paradigme soit atteint, l'assistance sexuelle sera nécessaire.  

domingo, 27 de julio de 2014

Capacitación y código ético: hacia una ética profesional

Extracto de la ponencia de Rafael Reoyo en las jornadas 'Libertad sexual y sus implicaciones sociales en la actualidad'. Madrid, 28 de abril de 2014. 

Sex Asistent es pionera en España, en colaboración con ANSSYD, en ofrecer un curso de capacitación específica a aquellas personas que desean desempeñar la labor de asistentes sexuales. La especialización, desde la Filosofía de Vida Independiente, es necesaria para evitar el rechazo, la repulsión, el asistencialismo, la lástima... porque todo ello podría socavar la autoestima de muchas personas con diversidad funcional e incidir en su estigmatización. La preservación de la dignidad inherente de las personas con diversidad funcional mediante la formación de los asistentes sexuales convierte en inviable el carácter de voluntariedad de esta profesión. Dejar el tema en manos de voluntarios malmete la propia figura del asistente sexual porque podría causar recelos sobre sus intenciones entre familiares, tutores y trabajadores entorno a las personas con diversidad funcional, especialmente mental y, por consiguiente, su rechazo sistemático. En este sentido, en los países dónde ya funciona el servicio de asistencia sexual como una actividad de carácter profesional, ha sido mejor aceptada que otras opciones tanto por padres de personas con diversidad funcional como por profesionales. Y no es que éstos deban de decidir por las personas con diversidad funcional, ni menoscabar su voz, pero sin duda, en muchos casos pueden ejercer una influencia en su toma de decisiones. 

Entendemos que, para evitar situaciones estigmatizadoras y de indignidad, el asistente sexual debe aceptar expresamente un código ético profesional. En ese sentido, el 'Código ético sobre sexualidad y afectividad' desarrollado por Sex Asistent y ANSSYD está dirigido a familiares y a todos aquellos profesionales que trabajan entorno a estas personas para que se preserven los derechos y la dignidad de las personas con diversidad funcional en todos los ámbitos de la vida y, muy especialmente, en este que nos ocupa. 

Obviamente, la asistencia sexual está dentro de los servicios sexuales. Más allá del morbo que ello suscita, la consideración de si es o no prostitución va a depender de las creencias éticas, morales y religiosas de cada mirada. Nosotros no nos pronunciamos sobre ello, sobretodo porque creemos que la asistencia sexual no debe de ser ni un servicio especializado y segregador ni un simple negocio a costa de las personas con diversidad funcional. Es, ante todo, un agente de cambio al sometimiento político del cuerpo y de la diversidad humana

En cualquier caso, permitidme que os diga que la prostitución no es más que un oficio en el cual una persona decide realizar un trabajo especializado con su propio cuerpo a cambio de una retribución económica. Bajo esa definición, el geopolítico y sociólogo Jon E. Illescas Martínez advierte de que, si se prohíbe la prostitución, habría que prohibir también todo trabajo. Esa argumentación toma aún más sentido, si cabe, con la coyuntura socioeconómica actual, gracias a la cual la explotación laboral se generaliza en pro de la productividad y el beneficio desmesurado propios del neoliberalismo, 'prostituyendo' millones de vidas a cambio de salarios irrisorios y condiciones laborales denigrantes. 

Los biopoderes se encargaron de situar al cuerpo como el elemento central de nuestras vidas para así poder controlar a la población con facilidad. De esta manera se ha trasgiversado la personalidad, como rasgo identitario y diferenciador del resto de inviduos, más allá de sus características o estética corporal, con la identificación del individuo mediante su cuerpo dominado por los poderes médicos y estéticos de sometimiento del cuerpo. 

Es en ese error, en la identificación del individuo mediante su cuerpo y no mediante su personalidad, dónde se confunden los términos, pues en cualquiera de los servicios sexuales de pago, el que contrata el servicio no paga para comprar al trabajador del sexo, ni tampoco su cuerpo entendido cómo objeto, sino el servicio que ofrece. Y si el problema es que ese trabajador muestra su cuerpo desnudo, también lo hacen voluntariamente muchas otras personas desde sus respectivas profesiones, por ejemplo actores y actrices, y nadie se rasga las vestiduras por ello.

miércoles, 23 de julio de 2014

Asistencia sexual: relato en primera persona

Reproducimos aquí la entrada 'Asistencia sexual', publicada el 22 de julio de 2014, en el blog de Pedro Pimentel, Los Sentimientos en la Discapacidad, por el interés que suscita. Trata de como una persona con diversidad funcional, con parálisis cerebral, se siente durante y después de una relación con su asistente/a sexual.

En palabras de Silvina Peirano, éste es un relato personal sobre una experiencia personal: redundante?....no si tienes una diversidad funcional; donde las historias son contadas y protagonizadas por otrxs.

El testimonio no sólo aporta otra visión sobre la asistencia sexual, sino que empodera las búsquedas independientes de quienes elijan la asistencia sexual como opción, en un marco de respeto y equidad... y de paso: renovamos el repertorio clásico de aquello que solemos denominar: sexualidad humana!

Todo este tiempo en que lleva en funcionamiento este blog, en las diferentes etapas, detrás de mis relatos, que eran reflexiones sobre mis inquietudes en el campo de La Sexualidad en la discapacidad, se escondía la necesidad de encontrar respuestas… No pude encontrar estas respuestas yo solo pero gracias a mi creatividad y a este blog fui sacando las pequeñas cosas que  me preocupaban en este terreno e indagando sobre el tema conseguí ponerme en contacto con diferentes personas que me ayudaron a disipar mis dudas y a liberar mis miedos.

Mi Parálisis Cerebral me limita en muchas cosas, el terreno de las chicas con diversidad funcional es muy complicado, desgraciadamente somos eternos niños a los que nuestras familias sobreprotegen y especialmente cuando damos muestras de inquietudes en el terreno de La Sexualidad. Con una diversidad funcional en tu vida, la naturaleza de la sexualidad desgraciadamente desaparece o se convierte en un tema tabú y ya no digamos cuando intentamos conocer a otra persona con quien compartir experiencias… es casi una misión imposible.

He alcazado un ¿sueño…? ¿Una meta…? Simplemente una ilusión, la ilusión de estar íntimamente con una chica que me ayudase a descubrir eso que tantísimas veces leí, con el título de Asistencia Sexual, que puede confundirse con una prostituta especializada en personas con diversidad funcional, cosa equivocada. Verdaderamente mi compañera me hizo gozar y descubrir sensaciones hermosas que nunca antes había experimentado.

Nuestro primer encuentro empezó en mi habitación de trabajo, por fin a solas con mi compañera. Dejando puesta la música, que había seleccionado para la ocasión, giré mi silla de ruedas eléctrica y empezamos a movernos a ritmo de la banda sonora de La vida es bella.

Empecé a bajarle los tirantes del vestido que se quedó en la cadera y ella lo dejó caer hasta el suelo, y así, en ropa interior, fue a por  mi silla de ruedas manual, volvió sentada en ella y nos abrazamos. Continuamos desnudándonos y bailando. Me puso de pie, empecé  a quitarle los tirantes del sujetador, lo desabrochó y lo quitamos, ella continuó quitándome los calzoncillos y yo le bajé las braguitas.

Me llevó al cuarto de baño en mi silla manual, me sentó en la silla de ducha, graduamos la temperatura del agua y empezamos a mojarnos… todo era muy excitante. Al rato pedí ponerme de rodillas, empecé a querer tocar&nbsp su sexo. Después de besos y caricias y ya sentado de nuevo en la silla de ducha, cogió una toalla y nos secamos, fue a por mi silla de ruedas y fuimos hasta mi habitación, hasta mi cama… Me tiré en plancha, boca arriba, mi compañera me besó, me acarició y al ver mi estado de excitación me preguntó si quería probar la penetración. Cogió un preservativo de mi mesilla y me lo puso con delicadeza. Se colocó encima de mí e introducimos mi pene en su cuerpo, una sensación extraña que por mi estado de nervios me dolió un poco. Empezamos  a jugar, me acercó sus pezones, su boca, nos acariciamos… y de fondo mi música continuaba sonando.

Mi Para Elisa, unas de mis canciones preferidas, alcanzó mis sentimientos y los relajó, sintiéndome libre, sonriendo por dentro… verdaderamente en ese momento ambos sonreímos. La música se terminó, sacamos mi pene y ella se fue a ponerla de nuevo. Volvimos con el juego, nos giramos, cambiamos de postura, empecé a besarla el cuello, me  movió de tal manera que mi pene volvió a introducirse en su interior con tal suavidad que prácticamente no fui consciente de ello. Nos movimos acompasando nuestros cuerpos y al rato la saqué, deslizándome por su cuerpo, iba acariciando y besando toda su piel. Llegué a su sexo, lo lamí y toque, quiso que la tocase en algún punto, que lo explorara entero, sin embargo mi muñeca no pudo girar. Nuevamente nos giramos, el pene todavía erecto y duro, me quitó el preservativo y empezó a acariciarlo y a lamerlo y poco a poco a coger un ritmo que comenzó despacio pero se fue incrementando... Esa sensación me aceleró muchísimo el corazón, de repente tuve mi primer orgasmo y el semen salió disparado… finalmente el corazón se calmó, iluminando una gran sonrisa.

Después seguimos un rato más tumbados en la cama, hablamos de la estupenda experiencia, y antes de volver a la ducha le enseñé parte de “mis pequeñas cosas”.

Quiero que este artículo, que es un capítulo de mi vida, sirva para que más persones con diversidad funcional que puedan tener el término de Asistencia Sexual confuso, vean una experiencia real, con una Parálisis Cerebral.

miércoles, 9 de julio de 2014

Sex Asistent France

Nos es grato anunciar que Francia se une a la Red mundial Sex Asistent. A partir de ahora, también publicaremos en este blog contenidos en francés para nuestros seguidores francófonos. Además, Sex Asistent France contará con una página propia en facebook a la que se puede acceder clicando en el logo...


De esta manera, Francia se une a otras personas y colectivos de otros países, configurando así una red que persigue unos mismos objetivos en diferentes partes del planeta.

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domingo, 6 de julio de 2014

Miembros de Sex Asistent participan en un curso de la Universidad de verano

Miembros de Sex Asistent de ambos lados del Atlántico participaron apotando su experiencia y sus estudios en diversidad funcional y sexualidad, así como entorno a la figura del asistente sexual.

En el marco de la Universidad Internacional del Mar el curso, 'Sexualidad no normativa. Nuevas visiones en torno a la sexualidad de las personas con diversidad funcional (discapacidad)', celebrado en Águilas (Murcia) entre el 3 y el 5 de julio, el curso pretendía abordar, desde una perspectiva interdisciplinar, la sexualidad de las personas con diversidad funcional desde una óptica de derechos humanos y de igualdad de oportunidades.

Entre otras ponencias, Maria Elena Villa Abrille, Psicóloga y Sexóloga clínica colaboradora y co-autora, junto a Silvina Peirano, de los cursos para orientadores en sexualidad y diversidad funcional en Argentina, habló de los cuerpos diversos como centro de nuestra existencia sexuada y sexual.

Otro gran profesional comprometido con el proyecto de Sex Asistent, Samuel Díez Arrese (Xamu), sexólogo y profesor del Instituto de Sexología Incisex, explicó cómo eliminar la construción de individuos 'con', en clara referencia a las etiquetas para referirse a determinados colectivos las cuales no les permiten realizar las mismas cosas que al resto de personas. En ese sentido, Xamu resaltó que en sexualidad no hay discapacidades sino identidades.

Por su parte, el compañero de Sex Asistent Argentina, Victor Ariel Pagano, profesor de Filosofía de la Universidad de Buenos Aires, quiso poner un poco de luz a la confusión entorno a todo éste tema aportando definiciones y conceptualizaciones imprescindibles hacia un marco ético-legal para la asistencia sexual.

Por su parte, Rafael Reoyo, activista por los derechos humanos y sexuales y miembro de Sex Asistent Catalunya, justificó la asistencia sexual desde diferentes ámbitos y disciplinas. Para entender la magnitud multidisciplinar del tema, repasó nociones entorno a la diversidad humana y sexual de las personas con diversidad funcional y de otros colectivos discriminados por sus corporalidades alejadas de los cánones estéticos y de formas heterogeneas de hacer las cosas. Desde el modelo de la diversidad de la discapacidad hizo una propuesta para que la liberación sexual de las personas con diversidad funcional se convierta en una realidad y así mismo la visión social hacia la diversidad funcional cambie radicalmente a través del empoderamiento sexual de estas personas.

Nuestra aportación concluyó con la participación en el curso de Guillermo Pérez León, sexólogo y coordinador del Grupo Ibero Americano de Orientación y Apoyo a la Salud Sexual y miembro también de Sex Asistent.


Carta de Esther, que asistió a la I Jornada sexologia y diversidad funcional Sex Asistent-Sexorum

Recibir cartas como esta de Esther M. M. son las que te hacen seguir el camino hacia un objetivo concreto... Muchas gracias por vuestro apoyo allá dónde vamos!

El pasado 24 de Mayo tuve la oportunidad de asistir a la primera jornada sobre Sexología y Diversidad Funcional. Miradas sobre la Asistencia Sexual

En una sola línea el título de la jornada es capaz de definir a la perfección lo que los asistentes a la misma nos encontramos; en muy poco tiempo se habló de mucho, y pasados los días,  sigo asimilándolo, poniendo un poco en orden, no sin esfuerzo, los apuntes que tomé, que afortunadamente fueron muchos. 

 No cumplo con un perfil claro de asistente a este tipo de jornadas; comparándome con los demás compañeros, entendí que lo que me había movido a asistir, me iba a ayudar a recibir todas y cada una de las partes de las jornadas con una perspectiva muy abierta dado que no se iba a sustentar en ningún juicio elaborado previamente. 

Porque ni soy sexóloga (por ahora, dado que he tomado la decisión de estudiar el Máster en Sexología), ni en principio presento Diversidad Funcional, aunque sí que tengo contacto directo con ella dado que soy Maestra especialista en Pedagogía Terapéutica, y aunque sí que conocía la existencia de la figura del “Asistente Sexual”, no sabía cómo se estaba articulando este movimiento en España  ni los postulados que defienden. Me movían la curiosidad, las ganas de escuchar, de entender y de conocer; y puedo afirmar que salí satisfecha: dado que pude escuchar a grandes profesionales, pude entender conceptos fundamentales y sólidos y además conocer otros modos, alternativas o formas de vivir o percibir la sexualidad de las personas con Diversidad Funcional. 

Fueron unas jornadas muy completas: tal vez, se quiso decir mucho en muy poco tiempo; porque no solo se habló de Sexología; no solo se habló de Diversidad Funcional; no solo se habló de Asistencia Sexual; se habló de la conexión de estos tres conceptos, haciendo hincapié precisamente en eso: en lo que los une, aportando cada prisma su propia perspectiva, sin perder su identidad pero siempre desde el firme propósito de construir bases sólidas en las que apoyarse. 

Comprendo que el público era muy diverso, perteneciente a varios colectivos con sus propias inquietudes, miedos e incluso algunos, con ansias de respuestas concretas; ante tanta diversidad, es difícil dar respuestas a cada necesidad particular; Entiendo, aunque esto es solo mi opinión,  que lo que se quería lograr con la jornada era ofrecer una malla, una red, una base que pudiera sustentar algunas dudas, aplacar alguna urgencia, ofrecer alternativas, perspectivas….Miradas…;   y creo, pero repito, es solo mi humilde opinión, que se logró. 

Y se consiguió cuidando mucho las ponencias, sus ponentes y los contenidos, así como el ritmo de ejecución. 

En la jornada se mostraron pinceladas de los caminos que se pueden trazar para intentar llegar al mismo sitio: a veces directos, otros más laberínticos, pero siempre con puntos de unión dignos de destacar y de acondicionar para que el viaje se pueda hacer más llevadero. 

Destacaría muchos puntos como positivos: la organización, el lugar, la creación de un ambiente distendido, y el soporte técnico: el empeño por poder hacer la jornada también on-line es un acierto pese al trabajo extra que entiendo, tuvo que suponer, así como los contenidos y las ponencias. Y la oportunidad de apertura, de debate, de enriquecimiento mutuo, que no se terminó de aprovechar del todo porque, al menos a mí me ocurrió, primero había mucho que asimilar. 

Me resisto a destacar algún aspecto como negativo ante una organización tan cuidada y un trabajo de fondo impecable y sobre todo lleno de ilusión por seguir evolucionando, esto también se percibió; si he de hacerlo, destacaría la pequeña frustración de no contar con la presencia física de Silvina Peirano. Su aportación era CLAVE en la jornada y su mensaje quedó un poco diluido al ser emitido por videoconferencia: había que hacer un esfuerzo extra por traspasar la barrera virtual y no perder el hilo de su discurso, que fue muy interesante pero difícil de seguir en algunos momentos. 

Salvo esto, la jornada logró despertarme curiosidades, respondió a algunas preguntas aunque también generó muchas nuevas y sobre todo comprendí que esta jornada era el principio, un comienzo, un primer paso de un camino, o varios, aún por andar. 

Mi más sincera enhorabuena.